TRINAX – IL GLADIATORE SENZA PASSATO
Trinax è poco più che un ragazzo, ha i capelli ricci e nerim, ed è un gladiatore. Ma non un gladiatore come tutti gli altri: il suo stile di combattimento è diverso, pieno di fantasia, inimitabile. Per questo Trinax è ancora imbattuto. Tuttavia, il suo talento non è la sola cosa a renderlo unico: un alone di mistero ammanta il suo passato.
Della sua infanzia, infatti, Trinax non ricorda nulla. L’unica certezza è il suo presente: quello di un giovane schiavo dell’antica Roma costretto a combattere giorno dopo giorno per rimanere in vita. Ma quando Lentulo, il lanista della squadra di gladiatori per cui Trinax combatte, entra in conflitto con un ricco patrizio romano, mettendo a repentaglio la vita di tutti loro, il destino di Trinax cambia improvvisamente: ora il giovane schiavo non fugge più soltanto per sopravvivere, ma per la sua stessa libertà, per diventare un libero cittadino dell’Impero.
Per il gruppo di gladiatori fuggiaschi inizia così una straordinaria sequenza di avventure, scontri, battaglie e colpi di scena. Una fuga mozzafiato attraverso gli angoli più remoti dell’Impero; un viaggio che condurrà il giovane alla scoperta del suo passato e della sua stessa identità.
INFO
Per ordini e/o informazioni commerciali contatta Mondadori ElectaYoung
Per informazioni sul racconto visita il sito aulo.it e contatta l’autore Giuseppe Rudilosso
AULO IL ROMANO
Aulo deve portare un messaggio del Senato dI Roma al tribuno Marcus in Gallia Cisalpina. Il compito sembra semplice, ma una banda di Galli Senoni, che terrorizza le valli intorno ad Arretium, lo costringerà a vivere grandi duelli e combattimenti, prima di portare a termine la sua missione ed unirsi alla XII Legio di Cesare in partenza per le Gallie. Onore e gloria sembravano le strade maestre della sua vita, ma il vero amore e l’amicizia metteranno a dura prova le sue convinzioni.
Si racconta di guerra, tra i Romani e i Galli. Ma non ci troviamo di fronte ad un romanzo di elogio della guerra.
Intervento del Prof. Matteo Martelli del 15/05/2010 – Sansepolcro (AR)
Un romanzo incentrato sulla figura di un legionario: Aulo il Romano, incaricato dal Senato di Roma di consegnare un importante messaggio al tribuno Marcus in Gallia Cisalpina.
Aulo è aretino, di Arretium, ha parenti a Mons Herculis (Monterchi).
Nella sua missione incontra nel boschi una belva feroce (un Orso) ed è fatto prigioniero da una banda di Galli che terrorizzano le popolazioni locali. Prima di raggiungere il proconsole, il grande Caio Giulio Cesare, vive l’avventura della fuga dalla prigionia, insieme ad una bella e giovane aretina: Lucilla, della nobile famiglia dei Cilnii (cui apparteneva Mecenate). Dopo una fuga rocambolesca. Aulo insieme a Lucilla riesce a raggiungere la Duodecima Legio comandata da Marcus. E’ inutile riferire del grande amore che sboccia tra Aulo e Lucilla! Ma Lucilla è accompagnata ad Arezzo, dai suoi, e Aulo resta nella Legio, occupato nei combattimenti contro i Galli che attraverso la valle del Cerfone raggiungono la Valdichiana. La Legio deve fronteggiare un vero e proprio esercito di Galli (duecento), capitanati da Vertighe, “un terribile capo Gallo famoso per le sue capacità e soprattutto per la sua ferocia”. Proprio intorno a Mons Herculis si confrontano Romani e Galli. Ma lo scontro definitivo si svolge nei pressi di Arretium, in Valdichiana.
La Duodecima Legio assume il nome di FULMINATA (portatrice di fulmini). La Legio opererà fino all’inizio del V secolo d.C.. Costituitasi il 58 a.C. (695 a.U.c.), parte alla volta della Gallia al seguito del Proconsole Giulio Cesare ed è coinvolta nelle guerre che oppongono i Romani agli Elvetii prima e ai Germani di Ariovisto poi: è il primo anno della Campagna di Gallia raccontata da Cesare nel primo libro dei Commentari del De bello gallico.
La Duodecima Legio resterà oltr’Alpi per nove anni e sarà impegnata nelle guerre contro i Belgi, i Veneti, i Britanni, i Germani fino alla completa conquista della Gallia con la sconfitta di Vercingetorix.
La seconda parte del romanzo segue la traccia del primo libro del De bello gallico. Racconta con dovizia di particolari la guerra preparata e condotta da Cesare contro gli Helvetii e i Germani di Ariovisto, nella quale si distinguono per eroismo i legionari della Duodecima Legio.
Il romanzo si conclude riprendendo il filo interrotto dell’amore nato tra Aulo e Lucilla, al calare di una sera carica di nostalgia e insieme di speranza e di attesa per il futuro di quel grande amore aretino.
Siamo di fronte ad un romanzo nato dall’amore per la storia romana, dalla passione per l’antichità classica, E’ una testimonianza di cosa possono produrre lo studio, la frequentazione di testi e di epoche storiche, la conoscenza di autori, di costumi, di vicende, di organizzazioni militari, di guerre e di tecniche di combattimento.
Il romanzo non è ambientato nella città eterna, ma nella provincia, nella provincia aretina. Per gran parte del volume le vicende si svolgono nel nostro territorio, tra Valtiberina Arezzo e Valdichiana. Tra Sarsina, Sansepolcro, Monterchi, il Cerfone, Cortona, Pozzo della Chiana. Luoghi cari all’Autore.
Rudilosso ha scritto il romanzo storico sull’onda delle letture dei Commentari di Cesare, facendo tesoro delle conoscenze acquisite sulla storia dei Romani, sulle imprese dell’esercito di Roma, rivelando conoscenze tecniche militari, e sulla meccanica degli scontri bellici e dei duelli personali.
In questo romanzo Cesare con la sua politica, la sua genialità militare è (soprattutto nella seconda parte) il protagonista per antonomasia, è il paradigma della grandezza di Roma, l’exemplum del grande condottiero, della guida severa e insieme comprensiva, decisa e attenta ai suggerimenti dei collaboratori. Sa esercitare la leadership, che è riconosciuta dai suoi uomini e dagli avversari e nemici. Ha il carisma del capo a cui si giura fedeltà fino alla morte.
Proporrei la lettura di Aulo il Romano anche a scuola. Perché può essere un veicolo per penetrare nella vita quotidiana dei romani, per conoscerne l’organizzazione militare, i rapporti all’interno delle legioni e le relative articolazioni, il clima che dominava all’interno dell’ambiente militare, i valori a cui si ispiravano i legionari, le azioni, gli eroismi, i sacrifici.
La bellezza della lingua di Roma si risente nel tessuto narrativo, nei rimandi. Apprendiamo la lingua della geografia, la lingua militare, la lingua della vita quotidiana.
La ricerca del lessico latino di cui è ricco il romanzo rinvia alla grande questione oggi molto dibattuta in Italia. Mi riferisco all’insegnamento del latino nella scuola superiore.