GRAFFITI E ISCRIZIONI SUI GLADIATORI
In alcuni graffiti ritrovati a Pompei e realizzati quasi sicuramente da “tifosi” di ritorno dall’arena, è stato possibile ritrovare il sistema utilizzato per caratterizzare i risultati dei singoli scontri.
Generalmente venivano raffigurati i due contendenti, spesso ben caratterizzati, posti l’uno di fronte l’altro; sopra ognuno di loro venivano poi riportati il nome del gladiatore stesso e gli incontri effettuati fino a quel momento; se il gladiatore era un novizio, dopo il nome era riportata una T (Tiro). Interessante è l’indicazione che caratterizzava le vittorie ottenute, segnalate tramite una C girata a sinistra che era la contrazione di coronarum. Subito di seguito, o al di sotto del nome, veniva riportato il risultato che il gladiatore aveva ottenuto in quello scontro: una V in caso di vittoria (vicit), una Ø in caso di morte (mortus) e una M nel caso in cui il gladiatore sconfitto era stato graziato (missus).
Nel graffito sottostante (CIL IV 10237) è riportata la vittoria, durante i giochi di Nola (nota la scritta “munus nolae” che indica appunto il luogo) di un certo Ilario Neroniano (“Hilarus Neronianus)”) un trace, che ha disputato 14 incontri, di cui 12 vinti (“(pugnarum) XIV, c(oronarum) XII”), contro un certo Creuno (“Creunus”), probabilmente un Oplomaco, che aveva combattuto 7 volte ottenendo 5 vittorie (“(pugnarum) VII, c(oronarum) V ”). In questo scontro ha però perso ma, come già in altre due occasioni, è stato graziato e lasciato andare (nota la M di “m(issus)” a destra della scritta).
Curiosa è la presenza delle 4 figure a sinistra, probabilmente sono altri gladiatori in attesa del proprio turno e fra i quali uno aveva già combattuto e vinto, come sembra illustrare la scritta “Pri(n)ceps Ner(onianus) (pugnarum) XII, c(oronarum) X(–?), V(icit)” .
Da notare anche i tre suonatori sulla destra.
Nelle immagini a fianco (CIL, IV 10236-10238) abbiamo invece, in alto, lo scontro tra un Mirmillone debuttante, Marco Attilio (“M(arcus) Attilius, T (tiro)”), e il “famoso” trace, Ilario Neroniano, visto sopra. Questo duello è vinto da Attilio (nota la V di vicit) mentre Ilario è graziato (nota la M di missus).
Nel graffito in basso ritroviamo nuovamente Attilio (che dopo la vittoria ottenuta con Ilario ha dopo il nome l’indicazione della sua statistica (“(pugnarum) I, c(oronarum) I”).
In questo duello, vince nuovamente (nota la V di vicit) contro un certo Lucio Recio Felix (un trace?) che fino a questo momento aveva sempre vinto (“(pugnarum) XII, c(oronarum) XII”) e ora si vede sconfitto ma, fortunatamente, graziato (nota la M di missus). Da notare l’elmo di Lucio per terra.
Nel mosaico qui a fianco, rinvenuto sulla via Appia e ora conservato al museo nazionale di Madrid, sono rappresentate due scene del duello tra il secutor, Astianax, e un reziario di nome Kalendio. La scenena si legge dal basso verso l’alto. In un primo momento Kalendio era riuscito ad avere la meglio sul suo avversario intrappolandolo con la rete ma, nel prosieguo dell’azione, il tridente gli rimane incastrato nella rete stessa (come si vede nella scena inferiore).
Astianax approfitta di questo momento di difficoltà e atterra, in qualche modo, il suo avversario (scena superiore). A questo punto i giudici dichiarano il secutor vincitore. L’editor decide quindi, probabilmente su istigazione del pubblico, per l’uccisione (iugula) del gladiatore sconfitto. Questo si deduce dallo Ø a fianco del nome che lo indica come mortus.
Dal II sec. d.C. non si ha più traccia di queste iscrizioni.
a cura di Riccardo Rudilosso