Interpretando alcune immagini di mosaici di gladiatori ritrovate a Roma, sembra che i vincitori dei vari incontri venissero premiati con stoffe, molto probabilmente preziose e ricamate con vari motivi e raffigurazioni.
Le stoffe, nell’antichità, erano infatti considerate un bene di grande valore e prestigio e quindi potevano essere un premio ambito o comunque molto rappresentativo.
Ad avvalorare ciò si può citare un passo dell’Eneide dove Virgilio fa descrivere all’eroe troiano i premi indetti per una gara navale:
“…aggiunge per i capitani particolari onorificenze, al vincitore un mantello dorato, che una larga striscia di porpora melibea (Melibea era una città della Tessaglia, celebre per la produzione di porpora) contorna all’ingiro con un doppio meandro; e intessutovi sopra il regale fanciullo (Ganimede) sull’Ida frondosa fiacca col giavellotto e con la corsa i cervi veloci, gagliardo, pare che respiri; che tenendo le ali dall’Ida rapiva nell’infinito l’armiero di Giove dalle zampe unghiute; gli anziani servitori inutilmente protendono verso le stelle le mani e impazza verso il cielo il latrato dei cani…” (Virgilio, Eneide V, 249; trad. it. di Riccardo Scarcia).
Rilievo di una stele funeraria di gladiatore. In alto a dx si notano le corone. Instambul.
Mosaico di un gladiatore, tale Iaculator, premiato con una stoffa di color oro e con ricami (si noti ad esempio l’immagine clipeata nella parte bassa dell’oggetto). Roma.
Mosaico di un gladiatore, in questo caso un reziario (vedi tridente), premiato anch’egli con una stoffa, nel caso specifico verde, e con una bandierina dello stesso colore. Roma.
È possibile quindi che per i gladiatori si utilizzasse lo stesso tipo di premiazione che sicuramente era molto diffusa o comunque fra i premi più comuni.
Altra caratteristica del vincitore è una piccola bandierina a due frange, o almeno così pare, attaccata ad una asticella e tenuta alzata con il braccio destro…
È altresì possibile che al vincitore venisse donata una corona vittata (probabilmente di alloro o quercia[?]) come si può vedere da alcuni rilievi di tombe di gladiatori dove accanto all’effige del combattente sono presenti appunto tali doni in numero equivalente alle vittorie ottenute dal campione nell’arena. Difatti nei graffiti trovati a Pompei vengono riportate le statistiche del gladiatore e le vittorie sono indicate mediante la scritta coronarum che potrebbe quindi riferirsi alle corone ricevute.
a cura di Riccardo Rudilosso